Diabete: le differenze tra il tipo 1 e il tipo 2
L’eccesso di zucchero nel sangue caratterizza entrambe le forme della patologia, ma esistono delle nette differenze tra i due tipi di diabete
Partiamo dal numero di casi. Il numero di persone che sviluppano il diabete di tipo 2 è in rapida crescita a causa di un’alimentazione non sempre corretta, nelle quantità e nella qualità, e per via di un sempre minore dispendio di energia in termini di attività fisica. Solo in Italia questa patologia colpisce circa 3 milioni di persone, ma per il 2030 il dato potrebbe salire a 5 milioni.
Il diabete di tipo 1, il cosiddetto diabete giovanile perché insorge prevalentemente in bambini e adolescenti, colpisce circa 250 mila di persone in Italia; sono 2.500 le nuove diagnosi ogni anno nel nostro Paese. Solo in Lombardia vivono 3500 minori con diabete tipo 1 dai 0-18 anni.
Spesso le persone pensano erroneamente che esista un solo tipo di diabete, il diabete di tipo 2 visto che l’eccessiva quantità di zucchero nel sangue (iperglicemia) è il denominatore comune a tutte le forme di diabete. Tuttavia, ci sono molte differenze tra il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2. Le loro cause e i loro trattamenti li rendono infatti due patologie distinte.
IL DIABETE TIPO 1
Il diabete di tipo 1 tende a insorgere in particolar modo durante l’infanzia e in età adolescenziale (ma più raramente anche in pazienti già adulti) ed è causato da un’assenza totale di insulina, provocata dalla distruzione delle cellule beta del pancreas (deputate alla produzione d’insulina) dovuta alla comparsa di autoanticorpi. Il DT1 è una malattia autoimmune. Per questo, anche se la causa del diabete di tipo 1 non è ancora nota, sappiamo che non è legata allo stile di vita del paziente. La patologia spesso si manifesta improvvisamente, in giovane età e richiede il trattamento immediato con insulina. Per questo motivo viene anche detto diabete insulino-dipendente.
Il diabete di tipo 1 si attesta tra il 5 e il 10% dei totali casi di diabete.
Non siamo ancora a conoscenza delle cause effettive di questa risposta immunitaria anomala, ma sembrerebbe associata a fattori ereditari su cui agiscono dei determinanti ambientali (per esempio alcune infezioni virali).
IL DIABETE TIPO 2
Il diabete tipo 2 è una malattia multifattoriale che tende a presentarsi dopo i 30-40 anni d’età e si attesta al 90% dei casi totali di diabete.
Diversi meccanismi sono implicati nella genesi di questa patologia metabolica, ma classicamente il difetto iniziale è rappresentato da una insulino-resistenza, ossia una ridotta azione dell’insulina a livello degli organi bersaglio che porta da un lato a un eccesso della produzione epatica di glucosio e dall’altro a una sua ridotta utilizzazione da parte dei muscoli.
Tra i fattori di rischio più rilevanti per l’insorgenza del diabete di tipo 2 figurano la familiarità alla malattia, uno stile di vita sedentario, un’alimentazione troppo ricca di grassi e zuccheri e il sovrappeso corporeo.
L’iperglicemia nel diabete di tipo 2 può avere un’insorgenza graduale, per questo motivo la malattia può comportarsi in maniera silente per diversi anni, prima di portare allo sviluppo dei sintomi e spesso all’esordio possono già essere presenti le complicanze tipiche della malattia.
GLOSSARIO:
- INSULINA: L’insulina è un ormone prodotto dalle CELLULE BETA delle ISOLE DI LANGERHANS del PANCREAS. Viene rilasciata nel sangue quando il livello della GLICEMIA sale. Il suo ruolo principale è quello di favorire, legandosi ad un recettore sulla membrana cellulare, la penetrazione del GLUCOSIO nelle cellule dei muscoli, del fegato e di altri tessuti.
- COMPLICANZE: Malattie causate in parte o del tutto dal diabete e per la precisione da lunghi periodi di IPERGLICEMIA . Si dividono in complicanze MACROVASCOLARI (ARTERIO- SCLEROSI) e MICROVASCOLARI (NEFROPATIA DIABETICA, NEUROPATIA DIABETICA, RETINOPATIA DIABETICA). Possono essere considerate complicanze del diabete anche la DISFUNZIONE ERETTILE e gli stati di aumentata coagulabilità del sangue.
- INSULINO RESISTENZA: Il nostro corpo utilizza come principale fonte di energia i CARBOIDRATI (pane, pasta, cereali, zuccheri) che sono trasformati in GLUCOSIO. Il glucosio circola nel sangue, a disposizione delle cellule che lo usano come ‘carburante’. Per entrare nelle cellule, però, il glucosio ha bisogno di un ORMONE che si chiama INSULINA, la ‘chiave’ che apre al glucosio la porta per entrare nelle cellule. Quando tutto va bene il PANCREAS produce esattamente la quantità di insulina che serve a far entrare il glucosio nelle cellule. In questo modo la concentrazione di glucosio nel sangue rimane sempre nella norma (fra gli 80 e i 100-110 mg/dl a digiuno, fino a 140 mg/dl dopo un pasto). In molte persone, soprattutto se SOVRAPPESO e/o sedentarie, l’insulina può risultare gradualmente sempre meno efficace. Questo fenomeno, definito insulino resistenza, è una specie di ‘sordità’ delle cellule alla azione della insulina. Per far entrare il glucosio nelle cellule, il PANCREAS deve produrre sempre più insulina. Spesso questo ‘superlavoro’ porta a una progressiva riduzione della produzione di insulina che diviene insufficiente, provocando sempre più frequenti iperglicemie.
- GLICEMIA: Concentrazione di GLUCOSIO (zucchero) nel sangue.
- ANTICORPI: Molecole prodotte dal sistema immunitario capaci di attaccare e di- struggere sostanze ‘estranee’ come virus o batteri. In alcuni casi, per errore, attaccano molecole del proprio corpo. Si parla in questi casi di reazione AUTO-IMMUNITARIA e di AUTOANTICORPI.