Il Microinfusore non e’ la perfezione.
Non è certo il sostituto del pancreas, un trapianto di insule, né si avvicina a qualcosa che un giorno potrebbe curare il diabete. Attualmente però offre molti vantaggi rispetto alla terapia tradizionale con le iniezioni.
Per molti diabetici è la cosa più vicina al pancreas”
Kate Gilbert, Fondatrice e presidente del reality Check
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La decisione di utilizzare un microinfusore è una decisione che va condivisa tra il medico ed il paziente:
Spetta al curante valutare la presenza di eventuali controindicazioni per la terapia
Spetta al paziente accettare la modalità e le implicazioni della stessa.
Allo stato attuale la terapia insulinica intensiva, che si basa su somministrazioni multiple di insulina ad azione ultrarapida e di una somministrazione di un analogo ad azione ultralenta, consente di migliorare il controllo della glicemia, di ridurre le escursioni glicemiche, di garantire una maggiore flessibilità di vita per il paziente e, quindi, di migliorare il controllo della malattia.
Il gold standard della terapia insulinica intensiva, oggi, è sicuramente la infusione di insulina con microinfusore.
Il microinfusore eroga insulina sia in modo continuo ad una velocità basale costante, sia in bolo, ossia una maggiore quantità di insulina somministrata in un’unica soluzione prima di un pasto.
I pazienti che utilizzano il microinfusore hanno il vantaggio di poter programmare differenti velocità di infusione basale di insulina nelle varie frazioni della giornata, a seconda delle proprie esigenze e laddove esistano bisogni diversificati; inoltre consente, di solito, di utilizzare meno insulina rispetto alla terapia multiniettiva.
Questa capacità di adattarsi alle esigenze del paziente rende il microinfusore molto utile e particolarmente indicato per migliorare non solo il compenso glicemico ma anche la qualità della vita.
Riuscire a modificare i profili basali a seconda delle proprie esigenze (effetto alba, sport, gravidanza, viaggi, ecc.) è uno straordinario passo in avanti nella gestione del diabete.
«Ancora regole? Basta non ne posso più, ho la sensazione di diventare schiavo della malattia».
(Marco, 22 anni, diabetico dall’età di 9 anni)
Probabilmente anche voi la pensate così, ritenete che quello che fate per il vostro diabete sia già il massimo, che non volete fare altri sacrifici, che volete essere più liberi.
Siamo d’accordo con voi, ed è proprio questo il concetto da cui partire: la libertà di fare le cose.
Siamo convinti che la capacità di applicare delle nuove strategie terapeutiche, conoscere meglio il proprio diabete, imparare a curarlo bene, vi renda più liberi.
Concetti nuovi come infusione basale, bolo, bolo di correzione, indice di sensibilità insulinica, calcolo dei carboidrati si apprendono facilmente con un po’ di applicazione e dopo averli imparati diventano ‘automatici’, e non vi sarà più necessario scrivere e calcolare ma riuscirete a farlo ‘a mente’. Ciò vi consentirà di poter scegliere cosa mangiare, di decidere anche di mangiare qualcosa in più, di correggere le eventuali iperglicemie, gestire perfino le occasionali trasgressioni. Riuscirete a essere più liberi.
Il bolo di correzione vi offre la possibilità di correggere le vostre iperglicemie in modo più preciso e vi evita interventi troppo prudenti o eccessivi di cui conoscete bene le conseguenze. Fare attività fisica in sicurezza e serenità con una buona performance che non dipende dal diabete, ma dalla vostra capacità atletica e dalla vostra concentrazione, è sicuramente un segno di maggiore libertà di fare le cose invece di subirle.
CHE COS’E’ IL MICROINFUSORE
Il microinfusore è uno strumento elettronico, della grandezza di un cellulare, in cui le varie funzioni sono indicate da icone, facili da usare, con un menu ‘a tendina’ molto simile al telefonino. Il microinfusore contiene un serbatoio che va riempito di insulina.
A questo serbatoio è collegato un catetere che termina con un’agocannula necessaria per l’inserimento nel sottocute dell’addome. L’impianto viene praticato con un ago di metallo che subito dopo viene rimosso in modo tale che nel corpo rimane solo un piccolo catetere di teflon. Tutta l’operazione avviene automaticamente.
Utilizzando il menu del microinfusore è possibile programmare l’infusione basale, impostare i boli, selezionare gli allarmi, eccetera. Tutti i microinfusori funzionano a batteria: al litio, alcaline, all’ossido di argento, ecc. a seconda dell’azienda produttrice.
Fonte: “La piccola Guida al microinfusore e dintorni” di Mariano Agrusta Vincenzo Di Blasi Daniela Di Marzo Raffaella Fresa.
Quale scegliere?
Esistono due tipi di microinfusori:
- Il microinfusore convenzionale con catetere
In questo caso il microinfusore viene portato ad esempio alla cintura. L’insulina arriva nell’organismo tramite un set per infusione con catetere la cui cannula è inserita nel tessuto adiposo sottocutaneo.
- Il cerotto microinfusore (patch pump)
Questo microinfusore è senza catetere. È formato da due componenti:- un “Pod” che viene applicato tramite un adesivo sulla pelle e rappresenta il microinfusore vero e proprio (con fiala d’insulina, cannula e meccanismo per l’erogazione dell’insulina).
- un “Personal Diabetes Manager” (PDM) che permette di comandare le funzioni del cerotto microinfusore.